Seguendo un regime di allenamenti così serrato e faticoso ho necessariamente bisogno di affidarmi a integratori di vario tipo. Sapere che esiste un’alternativa naturali ai più classici beveroni chimici è una cosa importantissima.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Rita Cuccuru, paratleta sarda di paratriathlon, nonché fresca vicepresidentedella Commissione Atleti in Fitri – Federazione Italiana Triathlon. Rita è un vero concentrato di energia, vitalità e determinazione. Dalle sue parole si percepisce tutta la fatica di uno sport così affascinante quanto estenuante in cui la forza d’animo è probabilmente l’arma migliore da schierare dalla propria parte. Oggi, dopo aver rappresentato la sua amata Sardegna e aver indossato con orgoglio il body della Nazionale Italiana in diverse competizione Mondiali ed Europee, insegue con la solita determinazione una qualificazione alle paralimpiadi di Tokyo 2021.

Qual è la tua specialità sportiva? Perché è diversa dalle altre e qual è la sua peculiarità?

Io penso che il mio sia uno sport affascinante, sicuramente molto faticoso. La mia specialità è il paratriathlon, una gara che comprende tra frazioni di discipline diverse: nuoto, ciclismo su strada (in bici, tandem o handbike) e corsa (a piedi o in sedia a rotelle), senza alcuna pausa tra una prova e l’altra. Mi sono innamorata presto di questa disciplina e, allenamento dopo allenamento, ho affrontato questa sfida, soprattutto contro me stessa, a testa bassa, faticando e sognando di tagliare traguardi sempre più importanti come la medaglia di bronzo ai Mondiali in Canada e la medaglia d’oro agli Europei a Ginevra.

Da quanto tempo pratichi questo sport e quali sono stati i tuoi traguardi più importanti? Ce li racconti?

Faccio questo sport a livello agonistico e nazionale da almeno 8 anni. L’obiettivo è sempre stato quello di poter partecipare alle paralimpiadi perché l’altissima selettività dell’evento rende la competizione ancora più affascinante e difficile da raggiungere. Spesso a fare la differenza tra una qualificazione e una non qualificazione sono anche millesimi di secondo perché il livello è veramente molto alto. Entrare a far parte di quel gruppo di atlete e atleti a quel punto diventa un orgoglio doppio, forse anche triplo. Sai di essere arrivat* tra i migliori, e non c’è ricompensa migliore per tutti gli sforzi che hanno costellato il percorso che ti ha portato sin li.

Quante ore ti alleni al giorno? Come è la tua giornata tipo? Normalmente cosa mangi?

Tante, spesso anche tantissime. Durante i periodi di preparazione e costruzione faccio come minimo 2/3 allenamenti al giorno, e nei periodi di qualità la cosa non cambia. Il dispendio energetico per il corpo è molto alto, per questo è fondamentale conoscersi, imparare a gestirsi e trovare un equilibrio tra allenamento, alimentazione e riposo. Generalmente seguo una alimentazione molto specifica e bilanciata che mi consenta di avere sempre a disposizione la “benzina” necessaria per spingere il mio corpo durante le varie sessioni di allenamento. L’equilibrio tra tutte queste componenti credo sia una delle chiavi per il successo sportivo. L’allenamento, infatti, da solo non basta. I sacrifici vanno fatti e inseguiti a 360 gradi e in tutti gli ambiti del tuo quotidiano per inseguire obiettivi importanti.

Quanta Spirulina prendi e in che modo?

Attualmente prendo tutti i giorni dopo pranzo almeno una compressa di Spirulina dopo pranzo. Non ho però mai avuto l’opportunità di provare soluzione legate all’alimentazione quotidiana come la Spirulina Italiana Livegreen in Spaghettini o le Barrette Energetiche alla Spirulina Biologica.

La Spirulina ti piace perché…

Seguendo un regime di allenamenti così serrato e faticoso ho necessariamente bisogno di affidarmi a integratori di vario tipo. Sapere che esiste un’alternativa naturali ai più classici beveroni chimici è una cosa importantissima. La Spirulina in questo senso mi sembra un’ottima alleata anche solo per poter fare dei periodi di detox in cui ciclare in modo più efficace tutti gli integratori di cui ho bisogno.

Qual è il ricordo sportivo che ti emoziona ancora adesso?

Sicuramente la prima gara fatta in una coppa del mondo. Nuotavo in un fiume piena, in Francia, ed ero ultima durante tutto il percorso, senza alcuna apparente possibilità di recuperare. Il nuoto è sempre stato il mio punto debole e forse anche per questo non mi sono arresa nemmeno quando uscita fuori dall’acqua mi sono resa definitivamente conto di essere il fanalino di coda. Nelle fasi successive, infatti, ho messo tutta me stessa per provare a recuperare posizioni e dare il meglio di me in quelle che sono le mie specialità riuscendo corsa dopo corsa e pedalata dopo pedalata a colmare prima il gap e riconquistare posizioni fino all’insperata medaglia d’oro. Come puoi non sentirti Wonder Woman dopo un podio del genere?

Hai mai praticato altri sport?

C’è stata una pausa con il paratriathlon che mi ha portato a esplorare il mondo del paraciclismo con la nazionale guidata da Zanardi. Un’esperienza incredibile che mi ha permesso di conoscere tanti grandi professionisti e che mi ha permesso di migliorarmi in uno dei fondamentali utili anche per quella che poi sarebbe diventata la mia effettiva specialità. Dopo qualche tempo, infatti, mi sono stata ributtata dentro il paratriathlon e da allora ne ho fatto la mia sfida personale senza mollarla più.

Come è nata la tua passione per questo sport? Quando hai deciso che sarebbe diventata la tua vita?

Questo sport mi ha subito affascinato in primis per l’immensa fatica che bisogna fare nel portare a termine una gara. Lo sforzo per la preparazione e quello richiesto anche solo per portare a termine la gara non può non farti sentire una sorta di superuomo o superdonna. Il fatto che i paratleti che decidono di dedicarsi a questa specialità non sono poi così tanti aumenta di tanto la soddisfazione provata ogni volta che tagli il traguardo. Ritrovarsi ogni volta ai blocchi di partenza con un gruppo ristretto di atleti, ognuno che conosce la storia e il percorso dell’altro, è una sensazione unica. Anche solo essere li ti restituisce una carica pazzesca.

Hai un aneddoto da raccontare o un messaggio da mandare alle giovani atlete che si vogliono avvicinare al tuo sport?

Non abbiate paura di mettervi in gioco. Date sempre tutto quello che avete, anche, e soprattutto, in allenamento. Imparate dalle sconfitte e non abbiate paura di sbagliare. Siate curios*, c’è sempre tanto da imparare per potersi migliorare e raggiungere i proprio obiettivi.

I tuoi prossimi progetti ed obiettivi quali sono? Ci sono delle gare, dei campionati o dei tornei a cui punti prossimamente?

Ho rappresentato tante volte la mia amata Sardegna e altrettante volte ho avuto la fortuna e l’onore di indossare con orgoglio il body della Nazionale Italiana in diverse competizione Mondiali ed Europee, ma ora inseguo un sogno ancora più grande per cui lavoro da tanto tempo (con la solita determinazione aggiungiamo noi): una qualificazione alle paralimpiadi di Tokyo 2021.

Ringraziamo Rita per averci fatti entrare nel suo mondo e nella sua specialità.
Noi ti auguriamo di realizzare il tuo grande sogno e di vederti presto rappresentare la nostra amata Sardegna e l’Italia intera a Tokyo 2021. In bocca al lupo campionessa, noi facciamo il tifo per te!

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Rita Cuccuru, paratleta sarda di paratriathlon, nonché fresca vicepresidentedella Commissione Atleti in Fitri – Federazione Italiana Triathlon. Rita è un vero concentrato di energia, vitalità e determinazione. Dalle sue parole si percepisce tutta la fatica di uno sport così affascinante quanto estenuante in cui la forza d’animo è probabilmente l’arma migliore da schierare dalla propria parte. Oggi, dopo aver rappresentato la sua amata Sardegna e aver indossato con orgoglio il body della Nazionale Italiana in diverse competizione Mondiali ed Europee, insegue con la solita determinazione una qualificazione alle paralimpiadi di Tokyo 2021.

Qual è la tua specialità sportiva? Perché è diversa dalle altre e qual è la sua peculiarità?

Io penso che il mio sia uno sport affascinante, sicuramente molto faticoso. La mia specialità è il paratriathlon, una gara che comprende tra frazioni di discipline diverse: nuoto, ciclismo su strada (in bici, tandem o handbike) e corsa (a piedi o in sedia a rotelle), senza alcuna pausa tra una prova e l’altra. Mi sono innamorata presto di questa disciplina e, allenamento dopo allenamento, ho affrontato questa sfida, soprattutto contro me stessa, a testa bassa, faticando e sognando di tagliare traguardi sempre più importanti come la medaglia di bronzo ai Mondiali in Canada e la medaglia d’oro agli Europei a Ginevra.

Da quanto tempo pratichi questo sport e quali sono stati i tuoi traguardi più importanti? Ce li racconti?

Faccio questo sport a livello agonistico e nazionale da almeno 8 anni. L’obiettivo è sempre stato quello di poter partecipare alle paralimpiadi perché l’altissima selettività dell’evento rende la competizione ancora più affascinante e difficile da raggiungere. Spesso a fare la differenza tra una qualificazione e una non qualificazione sono anche millesimi di secondo perché il livello è veramente molto alto. Entrare a far parte di quel gruppo di atlete e atleti a quel punto diventa un orgoglio doppio, forse anche triplo. Sai di essere arrivat* tra i migliori, e non c’è ricompensa migliore per tutti gli sforzi che hanno costellato il percorso che ti ha portato sin li.

Quante ore ti alleni al giorno? Come è la tua giornata tipo? Normalmente cosa mangi?

Tante, spesso anche tantissime. Durante i periodi di preparazione e costruzione faccio come minimo 2/3 allenamenti al giorno, e nei periodi di qualità la cosa non cambia. Il dispendio energetico per il corpo è molto alto, per questo è fondamentale conoscersi, imparare a gestirsi e trovare un equilibrio tra allenamento, alimentazione e riposo. Generalmente seguo una alimentazione molto specifica e bilanciata che mi consenta di avere sempre a disposizione la “benzina” necessaria per spingere il mio corpo durante le varie sessioni di allenamento. L’equilibrio tra tutte queste componenti credo sia una delle chiavi per il successo sportivo. L’allenamento, infatti, da solo non basta. I sacrifici vanno fatti e inseguiti a 360 gradi e in tutti gli ambiti del tuo quotidiano per inseguire obiettivi importanti.

Quanta Spirulina prendi e in che modo?

Attualmente prendo tutti i giorni dopo pranzo almeno una compressa di Spirulina dopo pranzo. Non ho però mai avuto l’opportunità di provare soluzione legate all’alimentazione quotidiana come la Spirulina Italiana Livegreen in Spaghettini o le Barrette Energetiche alla Spirulina Biologica.

La Spirulina ti piace perché…

Seguendo un regime di allenamenti così serrato e faticoso ho necessariamente bisogno di affidarmi a integratori di vario tipo. Sapere che esiste un’alternativa naturali ai più classici beveroni chimici è una cosa importantissima. La Spirulina in questo senso mi sembra un’ottima alleata anche solo per poter fare dei periodi di detox in cui ciclare in modo più efficace tutti gli integratori di cui ho bisogno.

Qual è il ricordo sportivo che ti emoziona ancora adesso?

Sicuramente la prima gara fatta in una coppa del mondo. Nuotavo in un fiume piena, in Francia, ed ero ultima durante tutto il percorso, senza alcuna apparente possibilità di recuperare. Il nuoto è sempre stato il mio punto debole e forse anche per questo non mi sono arresa nemmeno quando uscita fuori dall’acqua mi sono resa definitivamente conto di essere il fanalino di coda. Nelle fasi successive, infatti, ho messo tutta me stessa per provare a recuperare posizioni e dare il meglio di me in quelle che sono le mie specialità riuscendo corsa dopo corsa e pedalata dopo pedalata a colmare prima il gap e riconquistare posizioni fino all’insperata medaglia d’oro. Come puoi non sentirti Wonder Woman dopo un podio del genere?

Hai mai praticato altri sport?

C’è stata una pausa con il paratriathlon che mi ha portato a esplorare il mondo del paraciclismo con la nazionale guidata da Zanardi. Un’esperienza incredibile che mi ha permesso di conoscere tanti grandi professionisti e che mi ha permesso di migliorarmi in uno dei fondamentali utili anche per quella che poi sarebbe diventata la mia effettiva specialità. Dopo qualche tempo, infatti, mi sono stata ributtata dentro il paratriathlon e da allora ne ho fatto la mia sfida personale senza mollarla più.

Come è nata la tua passione per questo sport? Quando hai deciso che sarebbe diventata la tua vita?

Questo sport mi ha subito affascinato in primis per l’immensa fatica che bisogna fare nel portare a termine una gara. Lo sforzo per la preparazione e quello richiesto anche solo per portare a termine la gara non può non farti sentire una sorta di superuomo o superdonna. Il fatto che i paratleti che decidono di dedicarsi a questa specialità non sono poi così tanti aumenta di tanto la soddisfazione provata ogni volta che tagli il traguardo. Ritrovarsi ogni volta ai blocchi di partenza con un gruppo ristretto di atleti, ognuno che conosce la storia e il percorso dell’altro, è una sensazione unica. Anche solo essere li ti restituisce una carica pazzesca.

Hai un aneddoto da raccontare o un messaggio da mandare alle giovani atlete che si vogliono avvicinare al tuo sport?

Non abbiate paura di mettervi in gioco. Date sempre tutto quello che avete, anche, e soprattutto, in allenamento. Imparate dalle sconfitte e non abbiate paura di sbagliare. Siate curios*, c’è sempre tanto da imparare per potersi migliorare e raggiungere i proprio obiettivi.

I tuoi prossimi progetti ed obiettivi quali sono? Ci sono delle gare, dei campionati o dei tornei a cui punti prossimamente?

Ho rappresentato tante volte la mia amata Sardegna e altrettante volte ho avuto la fortuna e l’onore di indossare con orgoglio il body della Nazionale Italiana in diverse competizione Mondiali ed Europee, ma ora inseguo un sogno ancora più grande per cui lavoro da tanto tempo (con la solita determinazione aggiungiamo noi): una qualificazione alle paralimpiadi di Tokyo 2021.

Ringraziamo Rita per averci fatti entrare nel suo mondo e nella sua specialità.
Noi ti auguriamo di realizzare il tuo grande sogno e di vederti presto rappresentare la nostra amata Sardegna e l’Italia intera a Tokyo 2021. In bocca al lupo campionessa, noi facciamo il tifo per te!