Francesca Lollobrigida è una pattinatrice di velocità classe ’91 a cui di sicuro non mancano coraggio, talento e tenacia. Cresciuta tra il caldo del centro Italia e quello dell’immancabile supporto di famiglia e amici – nasce a Frascati ma passa gran parte della sua vita nel bel mezzo della grande Capitale – fugge al lontano freddo per diventare un’atleta olimpica e conquistare grazie al suo talento sulle rotelle un nuovo e stimolante campo: il ghiaccio.
Dalle rotelle alle lame il salto però è tutt’altro che breve e oggi la “Lollo”, portacolori azzurra dell’Aeronautica Militare, guarda al suo percorso costellato di sacrifici con la soddisfazione di chi sa di aver raggiunto il “sogno di tutti gli atleti”: rappresentare la propria nazione nella competizione più prestigiosa, le Olimpiadi.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Francesca, che ci ha raccontato qualcosa in più del suo magnifico sport e di come riesce ad arrivare a dei risultati così importanti.
Qual è la tua specialità sportiva? Perché è diversa dalle altre e qual è la sua peculiarità?
Si può dire che io pratichi due specialità sinergiche: una estiva, il pattinaggio a rotelle, e una invernale, il pattinaggio su ghiaccio. Il pattinaggio a rotelle è la specialità su cui si può dire sia nata, nel vero senso della parola. Ho ereditato la passione per questo sport da mio padre che mi ha fatto indossare i primi pattini già a 14 mesi. La mia “vera” disciplina ora però è il pattinaggio sul ghiaccio di velocità in pista lunga, una gara che si disputa su una pista ovale di 400m.
Da quanto tempo pratichi questo sport e quali sono stati i tuoi traguardi più importanti? Ce li racconti?
Probabilmente ho iniziato prima pattinare che a parlare. Ho messo su i miei primi pattini a rotelle a 14 mesi grazie a mio padre, mio primo supporter nonché mio storico allenatore, e da allora non gli ho mai tolti. Per anni le strade di Roma sono state il mio campo di allenamento. Fu mio padre in seguito a propormi di fare una prova sul ghiaccio. Mi portò nella pista di Baselga di Pinè, una delle uniche due piste all’aperto di pattinaggio sul ghiaccio presenti in Italia, e da allora, nonostante i sacrifici personali e non, non ho mai smesso di sfrecciare ad alta velocità lungo queste adrenaliniche distese di ghiaccio.
I momenti importanti della mia carriera sono stati sicuramente, e fortunatamente, tanti. sia in negativo che in positivo. Ho avuto senz’altro molti alti e bassi. Però un’esperienza che mi ha segnata tanto è stata quella dell’infortunio subito alla spalla: venivo da 3 anni di fastidiosi problemi di salute che non mi permettevano di allenarmi come avrei voluto. Ero comunque arrivata a vincere un mondiale di categoria juniores con il pattinaggio a rotelle, guadagnandomi l’entrata nella categoria successiva. Proprio mentre mi trovavo in vetta però ho dovuto lasciare il passo ai problemi di salute. Ho passato un momento molto duro e difficile a cui poi è seguito un brutto infortunio alla spalla che mi ha costretta a subire tre interventi. L’agosto successivo a queste tre operazioni però sono riuscita a vincere il mio primo titolo del mondo nella categoria senior, quindi la categoria assoluta in Italia. Un risultato un po’ insperato, che chiudeva nel migliore dei modi un ciclo di momenti difficili da superare. Da lì è arrivata poi la mia prima qualificazione alle olimpiadi grazie al pattinaggio sul ghiaccio, era il 2014.
Se c’è una cosa però che più di tutte mi ha insegnato il mio percorso è che lo sport in generale è una scuola di vita. Ognuno di questi momenti mi ha permesso di crescere e migliorarmi mettendomi costantemente alla prova, caratterizzandomi come tanto come atleta ma ancora di più come persona.
Quante ore ti alleni al giorno? Come è la tua giornata tipo? Normalmente cosa mangi?
In generale la nostra è una preparazione molto varia: alterniamo sessioni di pattinaggio ad altre di ciclismo, atletica e palestra. Durante i mesi invernali poi siamo spesso in giro per il mondo tra un hotel e l’altro e questo comporta il doversi sempre un po’ adattare alle abitudini alimentari della altre nazioni e a dover cambiare le schede di allenamento a seconda del clima. Seguire una dieta precisa in queste situazioni non è facile, soprattutto se si ha difficoltà ad approcciarsi alla cucina straniera. Io, che per fortuna non ho di questi problemi, cerco in generale di mantenere una dieta equilibrata e non far mancare mai niente al mio organismo.
Quanta Spirulina prendi e in che modo?
Ho iniziato con le Barrette Energetiche alla Spirulina Italiana Livegreen per recuperare le energie dopo l’allenamento e combattere la fame prima del pranzo. Recentemente ho iniziato anche a prendere le Compresse di Spirulina Italiana Livegreen, circa 6-7 al giorno la mattina subito dopo il caffè.
La Spirulina ti piace perché…
Io mi sono innamorata delle barrette perché mi da veramente soddisfazione il fatto che subito dopo l’allenamento, spesso, hai fame ma non puoi pranzare subito, né rischiare di mangiare qualcosa che poi possa rovinarti il pranzo. In questo senso le barrette sono state una bellissima scoperta. Ogni volta che mangio la mia barretta riesco a placcare la fame e riprendere un po’ di energie, per poi godermi tranquillamente il pranzo. E poi sono buonissime! In generale poi trovo fantastico che un alimento naturale possieda così tante proprietà benefiche e ti permetta di curare il tuo corpo con così tanta facilità.
Hai mai praticato altri sport?
Vista la mia precocità con i pattini si potrebbe pensare che mi sia dedicata solo a loro. Venendo da una famiglia di sportivi però ho comunque avuto la possibilità di provare altre esperienze sportive tra cui danza, nuoto e tennis. Diciamo che finché non ho deciso di concentrarmi solo ed esclusivamente al pattinaggio ho avuto modo di fare e vivere altre esperienze sportive, d’altronde sono sempre stato una grande entusiasta dello sport in se per se.
Come è nata la tua passione per questo sport? Quando hai deciso che sarebbe diventata la tua vita?
Il pattinaggio a rotelle, vista anche la relativa facilità con cui potevo praticarlo, mi ha conquistato subito. Complice anche la grande passione di papà. Il momento però in cui credo di aver capito con più precisione che quello era il mio mondo è stato quando mi sono trovata davanti alle prime scelte e rinunce: a quell’età è normale andare alle feste di amici e compagni, uscire il fine settimana o mangiarsi una pizza con gli amici, tutte cose a cui spesso ho dovuto rinunciare. Pattinare sul ghiaccio comportava fare tanti sacrifici e ore di macchina in compagnia di mio padre o nei treni notturni in cui dividermi tra la mia vita da atleta e quella della studente e se in me non ci fosse stata una forte determinazione credo che avrei mollato. Poi, come dico sempre, quando smetterò di pattina avrò tutto il tempo per recuperare queste esperienze, ma per ora questa è inequivocabilmente la mia strada.
I tuoi prossimi progetti ed obiettivi quali sono? Ci sono delle gare, dei campionati o dei tornei a cui punti prossimamente?
Il sogno sportivo è sempre quello: rappresentare la nazione in una competizione olimpionica e poter dare il massimo per raggiungere l’oro olimpico. Nonostante la faticosa routine, e questo sogno nel cassetto così importante, non ho comunque rinunciato del tutto agli studi e, grazie al diffondersi delle facoltà telematiche, oggi inseguo anche l’obiettivo di una laurea in Scienze Motorie presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma.
Ti auguriamo di realizzarlo, campionessa!
Abbiamo fatto una chiacchierata con Francesca, che ci ha raccontato qualcosa in più del suo magnifico sport e di come riesce ad arrivare a dei risultati così importanti.
Qual è la tua specialità sportiva? Perché è diversa dalle altre e qual è la sua peculiarità?
Si può dire che io pratichi due specialità sinergiche: una estiva, il pattinaggio a rotelle, e una invernale, il pattinaggio su ghiaccio. Il pattinaggio a rotelle è la specialità su cui si può dire sia nata, nel vero senso della parola. Ho ereditato la passione per questo sport da mio padre che mi ha fatto indossare i primi pattini già a 14 mesi. La mia “vera” disciplina ora però è il pattinaggio sul ghiaccio di velocità in pista lunga, una gara che si disputa su una pista ovale di 400m.
Da quanto tempo pratichi questo sport e quali sono stati i tuoi traguardi più importanti? Ce li racconti?
Probabilmente ho iniziato prima pattinare che a parlare. Ho messo su i miei primi pattini a rotelle a 14 mesi grazie a mio padre, mio primo supporter nonché mio storico allenatore, e da allora non gli ho mai tolti. Per anni le strade di Roma sono state il mio campo di allenamento. Fu mio padre in seguito a propormi di fare una prova sul ghiaccio. Mi portò nella pista di Baselga di Pinè, una delle uniche due piste all’aperto di pattinaggio sul ghiaccio presenti in Italia, e da allora, nonostante i sacrifici personali e non, non ho mai smesso di sfrecciare ad alta velocità lungo queste adrenaliniche distese di ghiaccio.
I momenti importanti della mia carriera sono stati sicuramente, e fortunatamente, tanti. sia in negativo che in positivo. Ho avuto senz’altro molti alti e bassi. Però un’esperienza che mi ha segnata tanto è stata quella dell’infortunio subito alla spalla: venivo da 3 anni di fastidiosi problemi di salute che non mi permettevano di allenarmi come avrei voluto. Ero comunque arrivata a vincere un mondiale di categoria juniores con il pattinaggio a rotelle, guadagnandomi l’entrata nella categoria successiva. Proprio mentre mi trovavo in vetta però ho dovuto lasciare il passo ai problemi di salute. Ho passato un momento molto duro e difficile a cui poi è seguito un brutto infortunio alla spalla che mi ha costretta a subire tre interventi. L’agosto successivo a queste tre operazioni però sono riuscita a vincere il mio primo titolo del mondo nella categoria senior, quindi la categoria assoluta in Italia. Un risultato un po’ insperato, che chiudeva nel migliore dei modi un ciclo di momenti difficili da superare. Da lì è arrivata poi la mia prima qualificazione alle olimpiadi grazie al pattinaggio sul ghiaccio, era il 2014.
Se c’è una cosa però che più di tutte mi ha insegnato il mio percorso è che lo sport in generale è una scuola di vita. Ognuno di questi momenti mi ha permesso di crescere e migliorarmi mettendomi costantemente alla prova, caratterizzandomi come tanto come atleta ma ancora di più come persona.
Quante ore ti alleni al giorno? Come è la tua giornata tipo? Normalmente cosa mangi?
In generale la nostra è una preparazione molto varia: alterniamo sessioni di pattinaggio ad altre di ciclismo, atletica e palestra. Durante i mesi invernali poi siamo spesso in giro per il mondo tra un hotel e l’altro e questo comporta il doversi sempre un po’ adattare alle abitudini alimentari della altre nazioni e a dover cambiare le schede di allenamento a seconda del clima. Seguire una dieta precisa in queste situazioni non è facile, soprattutto se si ha difficoltà ad approcciarsi alla cucina straniera. Io, che per fortuna non ho di questi problemi, cerco in generale di mantenere una dieta equilibrata e non far mancare mai niente al mio organismo.
Quanta Spirulina prendi e in che modo?
Ho iniziato con le Barrette Energetiche alla Spirulina Italiana Livegreen per recuperare le energie dopo l’allenamento e combattere la fame prima del pranzo. Recentemente ho iniziato anche a prendere le Compresse di Spirulina Italiana Livegreen, circa 6-7 al giorno la mattina subito dopo il caffè.
La Spirulina ti piace perché…
Io mi sono innamorata delle barrette perché mi da veramente soddisfazione il fatto che subito dopo l’allenamento, spesso, hai fame ma non puoi pranzare subito, né rischiare di mangiare qualcosa che poi possa rovinarti il pranzo. In questo senso le barrette sono state una bellissima scoperta. Ogni volta che mangio la mia barretta riesco a placcare la fame e riprendere un po’ di energie, per poi godermi tranquillamente il pranzo. E poi sono buonissime! In generale poi trovo fantastico che un alimento naturale possieda così tante proprietà benefiche e ti permetta di curare il tuo corpo con così tanta facilità.
Hai mai praticato altri sport?
Vista la mia precocità con i pattini si potrebbe pensare che mi sia dedicata solo a loro. Venendo da una famiglia di sportivi però ho comunque avuto la possibilità di provare altre esperienze sportive tra cui danza, nuoto e tennis. Diciamo che finché non ho deciso di concentrarmi solo ed esclusivamente al pattinaggio ho avuto modo di fare e vivere altre esperienze sportive, d’altronde sono sempre stato una grande entusiasta dello sport in se per se.
Come è nata la tua passione per questo sport? Quando hai deciso che sarebbe diventata la tua vita?
Il pattinaggio a rotelle, vista anche la relativa facilità con cui potevo praticarlo, mi ha conquistato subito. Complice anche la grande passione di papà. Il momento però in cui credo di aver capito con più precisione che quello era il mio mondo è stato quando mi sono trovata davanti alle prime scelte e rinunce: a quell’età è normale andare alle feste di amici e compagni, uscire il fine settimana o mangiarsi una pizza con gli amici, tutte cose a cui spesso ho dovuto rinunciare. Pattinare sul ghiaccio comportava fare tanti sacrifici e ore di macchina in compagnia di mio padre o nei treni notturni in cui dividermi tra la mia vita da atleta e quella della studente e se in me non ci fosse stata una forte determinazione credo che avrei mollato. Poi, come dico sempre, quando smetterò di pattina avrò tutto il tempo per recuperare queste esperienze, ma per ora questa è inequivocabilmente la mia strada.
I tuoi prossimi progetti ed obiettivi quali sono? Ci sono delle gare, dei campionati o dei tornei a cui punti prossimamente?
Il sogno sportivo è sempre quello: rappresentare la nazione in una competizione olimpionica e poter dare il massimo per raggiungere l’oro olimpico. Nonostante la faticosa routine, e questo sogno nel cassetto così importante, non ho comunque rinunciato del tutto agli studi e, grazie al diffondersi delle facoltà telematiche, oggi inseguo anche l’obiettivo di una laurea in Scienze Motorie presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma.
Ti auguriamo di realizzarlo, campionessa!
Abbiamo fatto una chiacchierata con Francesca, che ci ha raccontato qualcosa in più del suo magnifico sport e di come riesce ad arrivare a dei risultati così importanti.
Qual è la tua specialità sportiva? Perché è diversa dalle altre e qual è la sua peculiarità?
Si può dire che io pratichi due specialità sinergiche: una estiva, il pattinaggio a rotelle, e una invernale, il pattinaggio su ghiaccio. Il pattinaggio a rotelle è la specialità su cui si può dire sia nata, nel vero senso della parola. Ho ereditato la passione per questo sport da mio padre che mi ha fatto indossare i primi pattini già a 14 mesi. La mia “vera” disciplina ora però è il pattinaggio sul ghiaccio di velocità in pista lunga, una gara che si disputa su una pista ovale di 400m.
Da quanto tempo pratichi questo sport e quali sono stati i tuoi traguardi più importanti? Ce li racconti?
Probabilmente ho iniziato prima pattinare che a parlare. Ho messo su i miei primi pattini a rotelle a 14 mesi grazie a mio padre, mio primo supporter nonché mio storico allenatore, e da allora non gli ho mai tolti. Per anni le strade di Roma sono state il mio campo di allenamento. Fu mio padre in seguito a propormi di fare una prova sul ghiaccio. Mi portò nella pista di Baselga di Pinè, una delle uniche due piste all’aperto di pattinaggio sul ghiaccio presenti in Italia, e da allora, nonostante i sacrifici personali e non, non ho mai smesso di sfrecciare ad alta velocità lungo queste adrenaliniche distese di ghiaccio.
I momenti importanti della mia carriera sono stati sicuramente, e fortunatamente, tanti. sia in negativo che in positivo. Ho avuto senz’altro molti alti e bassi. Però un’esperienza che mi ha segnata tanto è stata quella dell’infortunio subito alla spalla: venivo da 3 anni di fastidiosi problemi di salute che non mi permettevano di allenarmi come avrei voluto. Ero comunque arrivata a vincere un mondiale di categoria juniores con il pattinaggio a rotelle, guadagnandomi l’entrata nella categoria successiva. Proprio mentre mi trovavo in vetta però ho dovuto lasciare il passo ai problemi di salute. Ho passato un momento molto duro e difficile a cui poi è seguito un brutto infortunio alla spalla che mi ha costretta a subire tre interventi. L’agosto successivo a queste tre operazioni però sono riuscita a vincere il mio primo titolo del mondo nella categoria senior, quindi la categoria assoluta in Italia. Un risultato un po’ insperato, che chiudeva nel migliore dei modi un ciclo di momenti difficili da superare. Da lì è arrivata poi la mia prima qualificazione alle olimpiadi grazie al pattinaggio sul ghiaccio, era il 2014.
Se c’è una cosa però che più di tutte mi ha insegnato il mio percorso è che lo sport in generale è una scuola di vita. Ognuno di questi momenti mi ha permesso di crescere e migliorarmi mettendomi costantemente alla prova, caratterizzandomi come tanto come atleta ma ancora di più come persona.
Quante ore ti alleni al giorno? Come è la tua giornata tipo? Normalmente cosa mangi?
In generale la nostra è una preparazione molto varia: alterniamo sessioni di pattinaggio ad altre di ciclismo, atletica e palestra. Durante i mesi invernali poi siamo spesso in giro per il mondo tra un hotel e l’altro e questo comporta il doversi sempre un po’ adattare alle abitudini alimentari della altre nazioni e a dover cambiare le schede di allenamento a seconda del clima. Seguire una dieta precisa in queste situazioni non è facile, soprattutto se si ha difficoltà ad approcciarsi alla cucina straniera. Io, che per fortuna non ho di questi problemi, cerco in generale di mantenere una dieta equilibrata e non far mancare mai niente al mio organismo.
Quanta Spirulina prendi e in che modo?
Ho iniziato con le Barrette Energetiche alla Spirulina Italiana Livegreen per recuperare le energie dopo l’allenamento e combattere la fame prima del pranzo. Recentemente ho iniziato anche a prendere le Compresse di Spirulina Italiana Livegreen, circa 6-7 al giorno la mattina subito dopo il caffè.
La Spirulina ti piace perché…
Io mi sono innamorata delle barrette perché mi da veramente soddisfazione il fatto che subito dopo l’allenamento, spesso, hai fame ma non puoi pranzare subito, né rischiare di mangiare qualcosa che poi possa rovinarti il pranzo. In questo senso le barrette sono state una bellissima scoperta. Ogni volta che mangio la mia barretta riesco a placcare la fame e riprendere un po’ di energie, per poi godermi tranquillamente il pranzo. E poi sono buonissime! In generale poi trovo fantastico che un alimento naturale possieda così tante proprietà benefiche e ti permetta di curare il tuo corpo con così tanta facilità.
Hai mai praticato altri sport?
Vista la mia precocità con i pattini si potrebbe pensare che mi sia dedicata solo a loro. Venendo da una famiglia di sportivi però ho comunque avuto la possibilità di provare altre esperienze sportive tra cui danza, nuoto e tennis. Diciamo che finché non ho deciso di concentrarmi solo ed esclusivamente al pattinaggio ho avuto modo di fare e vivere altre esperienze sportive, d’altronde sono sempre stato una grande entusiasta dello sport in se per se.
Come è nata la tua passione per questo sport? Quando hai deciso che sarebbe diventata la tua vita?
Il pattinaggio a rotelle, vista anche la relativa facilità con cui potevo praticarlo, mi ha conquistato subito. Complice anche la grande passione di papà. Il momento però in cui credo di aver capito con più precisione che quello era il mio mondo è stato quando mi sono trovata davanti alle prime scelte e rinunce: a quell’età è normale andare alle feste di amici e compagni, uscire il fine settimana o mangiarsi una pizza con gli amici, tutte cose a cui spesso ho dovuto rinunciare. Pattinare sul ghiaccio comportava fare tanti sacrifici e ore di macchina in compagnia di mio padre o nei treni notturni in cui dividermi tra la mia vita da atleta e quella della studente e se in me non ci fosse stata una forte determinazione credo che avrei mollato. Poi, come dico sempre, quando smetterò di pattina avrò tutto il tempo per recuperare queste esperienze, ma per ora questa è inequivocabilmente la mia strada.
I tuoi prossimi progetti ed obiettivi quali sono? Ci sono delle gare, dei campionati o dei tornei a cui punti prossimamente?
Il sogno sportivo è sempre quello: rappresentare la nazione in una competizione olimpionica e poter dare il massimo per raggiungere l’oro olimpico. Nonostante la faticosa routine, e questo sogno nel cassetto così importante, non ho comunque rinunciato del tutto agli studi e, grazie al diffondersi delle facoltà telematiche, oggi inseguo anche l’obiettivo di una laurea in Scienze Motorie presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma.
Ti auguriamo di realizzarlo, campionessa!
Dalle rotelle alle lame il salto però è tutt’altro che breve e oggi la “Lollo”, portacolori azzurra dell’Aeronautica Militare, guarda al suo percorso costellato di sacrifici con la soddisfazione di chi sa di aver raggiunto il “sogno di tutti gli atleti”: rappresentare la propria nazione nella competizione più prestigiosa, le Olimpiadi.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Francesca, che ci ha raccontato qualcosa in più del suo magnifico sport e di come riesce ad arrivare a dei risultati così importanti.
Qual è la tua specialità sportiva? Perché è diversa dalle altre e qual è la sua peculiarità?
Si può dire che io pratichi due specialità sinergiche: una estiva, il pattinaggio a rotelle, e una invernale, il pattinaggio su ghiaccio. Il pattinaggio a rotelle è la specialità su cui si può dire sia nata, nel vero senso della parola. Ho ereditato la passione per questo sport da mio padre che mi ha fatto indossare i primi pattini già a 14 mesi. La mia “vera” disciplina ora però è il pattinaggio sul ghiaccio di velocità in pista lunga, una gara che si disputa su una pista ovale di 400m.
Da quanto tempo pratichi questo sport e quali sono stati i tuoi traguardi più importanti? Ce li racconti?
Probabilmente ho iniziato prima pattinare che a parlare. Ho messo su i miei primi pattini a rotelle a 14 mesi grazie a mio padre, mio primo supporter nonché mio storico allenatore, e da allora non gli ho mai tolti. Per anni le strade di Roma sono state il mio campo di allenamento. Fu mio padre in seguito a propormi di fare una prova sul ghiaccio. Mi portò nella pista di Baselga di Pinè, una delle uniche due piste all’aperto di pattinaggio sul ghiaccio presenti in Italia, e da allora, nonostante i sacrifici personali e non, non ho mai smesso di sfrecciare ad alta velocità lungo queste adrenaliniche distese di ghiaccio.
I momenti importanti della mia carriera sono stati sicuramente, e fortunatamente, tanti. sia in negativo che in positivo. Ho avuto senz’altro molti alti e bassi. Però un’esperienza che mi ha segnata tanto è stata quella dell’infortunio subito alla spalla: venivo da 3 anni di fastidiosi problemi di salute che non mi permettevano di allenarmi come avrei voluto. Ero comunque arrivata a vincere un mondiale di categoria juniores con il pattinaggio a rotelle, guadagnandomi l’entrata nella categoria successiva. Proprio mentre mi trovavo in vetta però ho dovuto lasciare il passo ai problemi di salute. Ho passato un momento molto duro e difficile a cui poi è seguito un brutto infortunio alla spalla che mi ha costretta a subire tre interventi. L’agosto successivo a queste tre operazioni però sono riuscita a vincere il mio primo titolo del mondo nella categoria senior, quindi la categoria assoluta in Italia. Un risultato un po’ insperato, che chiudeva nel migliore dei modi un ciclo di momenti difficili da superare. Da lì è arrivata poi la mia prima qualificazione alle olimpiadi grazie al pattinaggio sul ghiaccio, era il 2014.
Se c’è una cosa però che più di tutte mi ha insegnato il mio percorso è che lo sport in generale è una scuola di vita. Ognuno di questi momenti mi ha permesso di crescere e migliorarmi mettendomi costantemente alla prova, caratterizzandomi come tanto come atleta ma ancora di più come persona.
Quante ore ti alleni al giorno? Come è la tua giornata tipo? Normalmente cosa mangi?
In generale la nostra è una preparazione molto varia: alterniamo sessioni di pattinaggio ad altre di ciclismo, atletica e palestra. Durante i mesi invernali poi siamo spesso in giro per il mondo tra un hotel e l’altro e questo comporta il doversi sempre un po’ adattare alle abitudini alimentari della altre nazioni e a dover cambiare le schede di allenamento a seconda del clima. Seguire una dieta precisa in queste situazioni non è facile, soprattutto se si ha difficoltà ad approcciarsi alla cucina straniera. Io, che per fortuna non ho di questi problemi, cerco in generale di mantenere una dieta equilibrata e non far mancare mai niente al mio organismo.
Quanta Spirulina prendi e in che modo?
Ho iniziato con le Barrette Energetiche alla Spirulina Italiana Livegreen per recuperare le energie dopo l’allenamento e combattere la fame prima del pranzo. Recentemente ho iniziato anche a prendere le Compresse di Spirulina Italiana Livegreen, circa 6-7 al giorno la mattina subito dopo il caffè.
La Spirulina ti piace perché…
Io mi sono innamorata delle barrette perché mi da veramente soddisfazione il fatto che subito dopo l’allenamento, spesso, hai fame ma non puoi pranzare subito, né rischiare di mangiare qualcosa che poi possa rovinarti il pranzo. In questo senso le barrette sono state una bellissima scoperta. Ogni volta che mangio la mia barretta riesco a placcare la fame e riprendere un po’ di energie, per poi godermi tranquillamente il pranzo. E poi sono buonissime! In generale poi trovo fantastico che un alimento naturale possieda così tante proprietà benefiche e ti permetta di curare il tuo corpo con così tanta facilità.
Hai mai praticato altri sport?
Vista la mia precocità con i pattini si potrebbe pensare che mi sia dedicata solo a loro. Venendo da una famiglia di sportivi però ho comunque avuto la possibilità di provare altre esperienze sportive tra cui danza, nuoto e tennis. Diciamo che finché non ho deciso di concentrarmi solo ed esclusivamente al pattinaggio ho avuto modo di fare e vivere altre esperienze sportive, d’altronde sono sempre stato una grande entusiasta dello sport in se per se.
Come è nata la tua passione per questo sport? Quando hai deciso che sarebbe diventata la tua vita?
Il pattinaggio a rotelle, vista anche la relativa facilità con cui potevo praticarlo, mi ha conquistato subito. Complice anche la grande passione di papà. Il momento però in cui credo di aver capito con più precisione che quello era il mio mondo è stato quando mi sono trovata davanti alle prime scelte e rinunce: a quell’età è normale andare alle feste di amici e compagni, uscire il fine settimana o mangiarsi una pizza con gli amici, tutte cose a cui spesso ho dovuto rinunciare. Pattinare sul ghiaccio comportava fare tanti sacrifici e ore di macchina in compagnia di mio padre o nei treni notturni in cui dividermi tra la mia vita da atleta e quella della studente e se in me non ci fosse stata una forte determinazione credo che avrei mollato. Poi, come dico sempre, quando smetterò di pattina avrò tutto il tempo per recuperare queste esperienze, ma per ora questa è inequivocabilmente la mia strada.
I tuoi prossimi progetti ed obiettivi quali sono? Ci sono delle gare, dei campionati o dei tornei a cui punti prossimamente?
Il sogno sportivo è sempre quello: rappresentare la nazione in una competizione olimpionica e poter dare il massimo per raggiungere l’oro olimpico. Nonostante la faticosa routine, e questo sogno nel cassetto così importante, non ho comunque rinunciato del tutto agli studi e, grazie al diffondersi delle facoltà telematiche, oggi inseguo anche l’obiettivo di una laurea in Scienze Motorie presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma.
Ti auguriamo di realizzarlo, campionessa!
Abbiamo fatto una chiacchierata con Francesca, che ci ha raccontato qualcosa in più del suo magnifico sport e di come riesce ad arrivare a dei risultati così importanti.
Qual è la tua specialità sportiva? Perché è diversa dalle altre e qual è la sua peculiarità?
Si può dire che io pratichi due specialità sinergiche: una estiva, il pattinaggio a rotelle, e una invernale, il pattinaggio su ghiaccio. Il pattinaggio a rotelle è la specialità su cui si può dire sia nata, nel vero senso della parola. Ho ereditato la passione per questo sport da mio padre che mi ha fatto indossare i primi pattini già a 14 mesi. La mia “vera” disciplina ora però è il pattinaggio sul ghiaccio di velocità in pista lunga, una gara che si disputa su una pista ovale di 400m.
Da quanto tempo pratichi questo sport e quali sono stati i tuoi traguardi più importanti? Ce li racconti?
Probabilmente ho iniziato prima pattinare che a parlare. Ho messo su i miei primi pattini a rotelle a 14 mesi grazie a mio padre, mio primo supporter nonché mio storico allenatore, e da allora non gli ho mai tolti. Per anni le strade di Roma sono state il mio campo di allenamento. Fu mio padre in seguito a propormi di fare una prova sul ghiaccio. Mi portò nella pista di Baselga di Pinè, una delle uniche due piste all’aperto di pattinaggio sul ghiaccio presenti in Italia, e da allora, nonostante i sacrifici personali e non, non ho mai smesso di sfrecciare ad alta velocità lungo queste adrenaliniche distese di ghiaccio.
I momenti importanti della mia carriera sono stati sicuramente, e fortunatamente, tanti. sia in negativo che in positivo. Ho avuto senz’altro molti alti e bassi. Però un’esperienza che mi ha segnata tanto è stata quella dell’infortunio subito alla spalla: venivo da 3 anni di fastidiosi problemi di salute che non mi permettevano di allenarmi come avrei voluto. Ero comunque arrivata a vincere un mondiale di categoria juniores con il pattinaggio a rotelle, guadagnandomi l’entrata nella categoria successiva. Proprio mentre mi trovavo in vetta però ho dovuto lasciare il passo ai problemi di salute. Ho passato un momento molto duro e difficile a cui poi è seguito un brutto infortunio alla spalla che mi ha costretta a subire tre interventi. L’agosto successivo a queste tre operazioni però sono riuscita a vincere il mio primo titolo del mondo nella categoria senior, quindi la categoria assoluta in Italia. Un risultato un po’ insperato, che chiudeva nel migliore dei modi un ciclo di momenti difficili da superare. Da lì è arrivata poi la mia prima qualificazione alle olimpiadi grazie al pattinaggio sul ghiaccio, era il 2014.
Se c’è una cosa però che più di tutte mi ha insegnato il mio percorso è che lo sport in generale è una scuola di vita. Ognuno di questi momenti mi ha permesso di crescere e migliorarmi mettendomi costantemente alla prova, caratterizzandomi come tanto come atleta ma ancora di più come persona.
Quante ore ti alleni al giorno? Come è la tua giornata tipo? Normalmente cosa mangi?
In generale la nostra è una preparazione molto varia: alterniamo sessioni di pattinaggio ad altre di ciclismo, atletica e palestra. Durante i mesi invernali poi siamo spesso in giro per il mondo tra un hotel e l’altro e questo comporta il doversi sempre un po’ adattare alle abitudini alimentari della altre nazioni e a dover cambiare le schede di allenamento a seconda del clima. Seguire una dieta precisa in queste situazioni non è facile, soprattutto se si ha difficoltà ad approcciarsi alla cucina straniera. Io, che per fortuna non ho di questi problemi, cerco in generale di mantenere una dieta equilibrata e non far mancare mai niente al mio organismo.
Quanta Spirulina prendi e in che modo?
Ho iniziato con le Barrette Energetiche alla Spirulina Italiana Livegreen per recuperare le energie dopo l’allenamento e combattere la fame prima del pranzo. Recentemente ho iniziato anche a prendere le Compresse di Spirulina Italiana Livegreen, circa 6-7 al giorno la mattina subito dopo il caffè.
La Spirulina ti piace perché…
Io mi sono innamorata delle barrette perché mi da veramente soddisfazione il fatto che subito dopo l’allenamento, spesso, hai fame ma non puoi pranzare subito, né rischiare di mangiare qualcosa che poi possa rovinarti il pranzo. In questo senso le barrette sono state una bellissima scoperta. Ogni volta che mangio la mia barretta riesco a placcare la fame e riprendere un po’ di energie, per poi godermi tranquillamente il pranzo. E poi sono buonissime! In generale poi trovo fantastico che un alimento naturale possieda così tante proprietà benefiche e ti permetta di curare il tuo corpo con così tanta facilità.
Hai mai praticato altri sport?
Vista la mia precocità con i pattini si potrebbe pensare che mi sia dedicata solo a loro. Venendo da una famiglia di sportivi però ho comunque avuto la possibilità di provare altre esperienze sportive tra cui danza, nuoto e tennis. Diciamo che finché non ho deciso di concentrarmi solo ed esclusivamente al pattinaggio ho avuto modo di fare e vivere altre esperienze sportive, d’altronde sono sempre stato una grande entusiasta dello sport in se per se.
Come è nata la tua passione per questo sport? Quando hai deciso che sarebbe diventata la tua vita?
Il pattinaggio a rotelle, vista anche la relativa facilità con cui potevo praticarlo, mi ha conquistato subito. Complice anche la grande passione di papà. Il momento però in cui credo di aver capito con più precisione che quello era il mio mondo è stato quando mi sono trovata davanti alle prime scelte e rinunce: a quell’età è normale andare alle feste di amici e compagni, uscire il fine settimana o mangiarsi una pizza con gli amici, tutte cose a cui spesso ho dovuto rinunciare. Pattinare sul ghiaccio comportava fare tanti sacrifici e ore di macchina in compagnia di mio padre o nei treni notturni in cui dividermi tra la mia vita da atleta e quella della studente e se in me non ci fosse stata una forte determinazione credo che avrei mollato. Poi, come dico sempre, quando smetterò di pattina avrò tutto il tempo per recuperare queste esperienze, ma per ora questa è inequivocabilmente la mia strada.
I tuoi prossimi progetti ed obiettivi quali sono? Ci sono delle gare, dei campionati o dei tornei a cui punti prossimamente?
Il sogno sportivo è sempre quello: rappresentare la nazione in una competizione olimpionica e poter dare il massimo per raggiungere l’oro olimpico. Nonostante la faticosa routine, e questo sogno nel cassetto così importante, non ho comunque rinunciato del tutto agli studi e, grazie al diffondersi delle facoltà telematiche, oggi inseguo anche l’obiettivo di una laurea in Scienze Motorie presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma.
Ti auguriamo di realizzarlo, campionessa!
Abbiamo fatto una chiacchierata con Francesca, che ci ha raccontato qualcosa in più del suo magnifico sport e di come riesce ad arrivare a dei risultati così importanti.
Qual è la tua specialità sportiva? Perché è diversa dalle altre e qual è la sua peculiarità?
Si può dire che io pratichi due specialità sinergiche: una estiva, il pattinaggio a rotelle, e una invernale, il pattinaggio su ghiaccio. Il pattinaggio a rotelle è la specialità su cui si può dire sia nata, nel vero senso della parola. Ho ereditato la passione per questo sport da mio padre che mi ha fatto indossare i primi pattini già a 14 mesi. La mia “vera” disciplina ora però è il pattinaggio sul ghiaccio di velocità in pista lunga, una gara che si disputa su una pista ovale di 400m.
Da quanto tempo pratichi questo sport e quali sono stati i tuoi traguardi più importanti? Ce li racconti?
Probabilmente ho iniziato prima pattinare che a parlare. Ho messo su i miei primi pattini a rotelle a 14 mesi grazie a mio padre, mio primo supporter nonché mio storico allenatore, e da allora non gli ho mai tolti. Per anni le strade di Roma sono state il mio campo di allenamento. Fu mio padre in seguito a propormi di fare una prova sul ghiaccio. Mi portò nella pista di Baselga di Pinè, una delle uniche due piste all’aperto di pattinaggio sul ghiaccio presenti in Italia, e da allora, nonostante i sacrifici personali e non, non ho mai smesso di sfrecciare ad alta velocità lungo queste adrenaliniche distese di ghiaccio.
I momenti importanti della mia carriera sono stati sicuramente, e fortunatamente, tanti. sia in negativo che in positivo. Ho avuto senz’altro molti alti e bassi. Però un’esperienza che mi ha segnata tanto è stata quella dell’infortunio subito alla spalla: venivo da 3 anni di fastidiosi problemi di salute che non mi permettevano di allenarmi come avrei voluto. Ero comunque arrivata a vincere un mondiale di categoria juniores con il pattinaggio a rotelle, guadagnandomi l’entrata nella categoria successiva. Proprio mentre mi trovavo in vetta però ho dovuto lasciare il passo ai problemi di salute. Ho passato un momento molto duro e difficile a cui poi è seguito un brutto infortunio alla spalla che mi ha costretta a subire tre interventi. L’agosto successivo a queste tre operazioni però sono riuscita a vincere il mio primo titolo del mondo nella categoria senior, quindi la categoria assoluta in Italia. Un risultato un po’ insperato, che chiudeva nel migliore dei modi un ciclo di momenti difficili da superare. Da lì è arrivata poi la mia prima qualificazione alle olimpiadi grazie al pattinaggio sul ghiaccio, era il 2014.
Se c’è una cosa però che più di tutte mi ha insegnato il mio percorso è che lo sport in generale è una scuola di vita. Ognuno di questi momenti mi ha permesso di crescere e migliorarmi mettendomi costantemente alla prova, caratterizzandomi come tanto come atleta ma ancora di più come persona.
Quante ore ti alleni al giorno? Come è la tua giornata tipo? Normalmente cosa mangi?
In generale la nostra è una preparazione molto varia: alterniamo sessioni di pattinaggio ad altre di ciclismo, atletica e palestra. Durante i mesi invernali poi siamo spesso in giro per il mondo tra un hotel e l’altro e questo comporta il doversi sempre un po’ adattare alle abitudini alimentari della altre nazioni e a dover cambiare le schede di allenamento a seconda del clima. Seguire una dieta precisa in queste situazioni non è facile, soprattutto se si ha difficoltà ad approcciarsi alla cucina straniera. Io, che per fortuna non ho di questi problemi, cerco in generale di mantenere una dieta equilibrata e non far mancare mai niente al mio organismo.
Quanta Spirulina prendi e in che modo?
Ho iniziato con le Barrette Energetiche alla Spirulina Italiana Livegreen per recuperare le energie dopo l’allenamento e combattere la fame prima del pranzo. Recentemente ho iniziato anche a prendere le Compresse di Spirulina Italiana Livegreen, circa 6-7 al giorno la mattina subito dopo il caffè.
La Spirulina ti piace perché…
Io mi sono innamorata delle barrette perché mi da veramente soddisfazione il fatto che subito dopo l’allenamento, spesso, hai fame ma non puoi pranzare subito, né rischiare di mangiare qualcosa che poi possa rovinarti il pranzo. In questo senso le barrette sono state una bellissima scoperta. Ogni volta che mangio la mia barretta riesco a placcare la fame e riprendere un po’ di energie, per poi godermi tranquillamente il pranzo. E poi sono buonissime! In generale poi trovo fantastico che un alimento naturale possieda così tante proprietà benefiche e ti permetta di curare il tuo corpo con così tanta facilità.
Hai mai praticato altri sport?
Vista la mia precocità con i pattini si potrebbe pensare che mi sia dedicata solo a loro. Venendo da una famiglia di sportivi però ho comunque avuto la possibilità di provare altre esperienze sportive tra cui danza, nuoto e tennis. Diciamo che finché non ho deciso di concentrarmi solo ed esclusivamente al pattinaggio ho avuto modo di fare e vivere altre esperienze sportive, d’altronde sono sempre stato una grande entusiasta dello sport in se per se.
Come è nata la tua passione per questo sport? Quando hai deciso che sarebbe diventata la tua vita?
Il pattinaggio a rotelle, vista anche la relativa facilità con cui potevo praticarlo, mi ha conquistato subito. Complice anche la grande passione di papà. Il momento però in cui credo di aver capito con più precisione che quello era il mio mondo è stato quando mi sono trovata davanti alle prime scelte e rinunce: a quell’età è normale andare alle feste di amici e compagni, uscire il fine settimana o mangiarsi una pizza con gli amici, tutte cose a cui spesso ho dovuto rinunciare. Pattinare sul ghiaccio comportava fare tanti sacrifici e ore di macchina in compagnia di mio padre o nei treni notturni in cui dividermi tra la mia vita da atleta e quella della studente e se in me non ci fosse stata una forte determinazione credo che avrei mollato. Poi, come dico sempre, quando smetterò di pattina avrò tutto il tempo per recuperare queste esperienze, ma per ora questa è inequivocabilmente la mia strada.
I tuoi prossimi progetti ed obiettivi quali sono? Ci sono delle gare, dei campionati o dei tornei a cui punti prossimamente?
Il sogno sportivo è sempre quello: rappresentare la nazione in una competizione olimpionica e poter dare il massimo per raggiungere l’oro olimpico. Nonostante la faticosa routine, e questo sogno nel cassetto così importante, non ho comunque rinunciato del tutto agli studi e, grazie al diffondersi delle facoltà telematiche, oggi inseguo anche l’obiettivo di una laurea in Scienze Motorie presso l’Università Telematica San Raffaele di Roma.
Ti auguriamo di realizzarlo, campionessa!